+39 3713414113
ass.geniusland@gmail.com

Un ex voto del popolo napoletano: La guglia di San Domenico

Un ex voto del popolo napoletano: La guglia di San Domenico

La scena urbana di Napoli è arricchita da tre singolari monumenti, tre obelischi o più correttamente guglie, dedicate rispettivamente a San Domenico, all’Immacolata e a San Gennaro. La guglia di San Domenico sorge in una delle zone più suggestive del centro storico, piazza San Domenico, voluta dal re aragonese Alfonso I in un’area dove probabilmente sorgevano le mura della greca Neapolis. La guglia si trova al centro di un contesto storico urbanistico unico, dove si affacciano palazzi nobiliari, tra cui quello appartenuto al celeberrimo alchimista e massone Raimondo di Sangro; la basilica di San Domenico Maggiore voluta dal re Carlo II d’Angiò, dove s’incrociano Spaccanapoli e via Mezzocannone e a pochi passi dalla zona presepiale di San Gregorio Armeno e dalla Cappella Sansevero.

Guglia di San Domenico

La guglia, in stile barocco, venne eretta per volere del popolo napoletano come ex voto a San Domenico, invocato perché ponesse fine alla terribile pestilenza del 1656. L’opera venne finanziata con le offerte del popolo di Napoli e in parte con il contributo economico dei padri Domenicani. La realizzazione dell’opera, a cui parteciparono alcuni dei nomi più prestigiosi dell’architettura napoletana tra Seicento e Settecento, si rivelò lunga e travagliata. L’obelisco, infatti, venne completato nel 1737 e solo nel 1747 venne posta sulla sommità la scultura bronzea di San Domenico. Per il progetto e la direzione dei lavori i Domenicani chiamarono in un primo momento il più famoso architetto del tempo, Cosimo Fanzago, ma visto che la realizzazione procedeva con lentezza lo sostituirono con Francesco Antonio Picchiatti. A questi successe, per breve tempo, Lorenzo Vaccaro e dopo di lui toccò al figlio Domenico Antonio portare a termine i lavori. Ognuno di questi grandi progettisti ha lasciato una propria impronta nella costruzione della guglia la cui progettazione originaria si deve comunque al Fanzago. Della scultura bronzea di San Domenico non si conosce il nome dell’autore anche se è noto che venne realizzata su un’idea di Domenico Antonio Vaccaro. La guglia è alta complessivamente 26 metri e poggia su un basamento quadrangolare in piperno, mentre il resto della struttura è in tufo rivestita di decorazioni marmoree.

Pandemia e dintorni… N. 4 del 20 aprile 2020

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.