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290 anni dalla nascita di Giacinto Diano: Un grande maestro del Settecento Napoletano

290 anni dalla nascita di Giacinto Diano: Un grande maestro del Settecento Napoletano

Tra i grandi nomi che hanno fatto del Settecento uno dei momenti più prestigiosi nell’arte pittorica a Napoli troviamo quello di Giacinto Diano, che è senza dubbio la più alta personalità artistica che sia mai stata espressa dalla città di Pozzuoli. Secondo quanto riportato nel registro dei battezzati della parrocchia di Santa Maria delle Grazie, nacque il 28 marzo 1731. Per lo storico Raimondo Annecchino, il giovanissimo Giacinto ricevette una prima formazione dal padre Francesco, che pare fosse anch’egli pittore. Successivamente andò a bottega da Francesco De Mura, uno dei più noti artisti napoletani, ai cui schemi compositivi si ispirò per buona parte della vita artistica. Da documenti dell’Archivio Diocesano risulta che Giacinto Diano visse a Pozzuoli fino al maggio 1752, quando si trasferì a Napoli per perfezionare la sua arte. In quello stimolante e dinamico ambiente culturale si conquistò un ruolo importante che lo fa ancora oggi ritenere una delle maggiori personalità della pittura settecentesca napoletana.

Nel 1773 entrò a far parte del corpo docente della Reale Accademia delle Belle Arti, e fino al 1782 ricoprirà l’incarico di maestro di disegno e di pittura. Vanta una vastissima produzione artistica di affreschi, disegni e dipinti su tela sparsa tra chiese, palazzi, musei e collezioni private di Napoli, di città del Meridione, quali Castellammare di Stabia, Ischia, Lanciano, Vasto e in musei e collezioni private a Brest, Londra, Parigi, Stoccarda, Indianapolis, e Dublino, dove è conservato il bozzetto per l’affresco di S. Agostino alla Zecca, La dedicazione del Tempio in cui secondo l’Annecchino, nella figura di un chierico orante rivolto verso il pubblico è da riconoscere l’autoritratto dell’artista. Diano lavorò anche nella sua città natale, dove a parte alcune opere commissionategli da privati, le più importanti furono prodotte per chiese e istituzioni religiose. Al periodo giovanile appartengono le decorazioni per il soffitto dello scalone del Seminario Vescovile (1755) e il ciclo di dipinti per la Chiesa di San Raffaele su committenza del rettore Domenico d’Oriano, che rappresentano i suoi lavori più famosi di Pozzuoli. Tra il 1758 e il 1760 dipinse Il martirio di S. Caterina d’Alessandria, gli ovali raffiguranti S. Teresa d’Avila, S. Maria Maddalena, il ritratto di don Domenico d’Oriano e le decorazioni per il soffitto della sacrestia con al centro una grande tela ovale raffigurante L’arcangelo Raffaele che ridona la vista a Tobia. Tra le opere puteolane vanno ricordate quelle prodotte per la Cappella del Seminario Vescovile, costituite da sei ovali dei Santi Carlo, Giuseppe, Raffaele, Paolo, Pietro e Francesco di Sales, oggi esposti nella chiesa del Coretto, adiacente al Duomo e la pala d’altare con la decollazione di Giovanni Battista, oggi al Museo Diocesano; una grande tela a tempera che decorava il soffitto della Biblioteca del Seminario; le tele e la decorazione della volta del coro per la Cattedrale. Nelle chiese fuori dall’antica rocca troviamo un dipinto raffigurante San Pasquale Baylon nella chiesa di S. Antonio e le due tele nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, L’apoteosi di San Giuseppe e L’ultima cena.

Gli anni 60 del secolo saranno importanti per il Diano il cui linguaggio artistico uscirà notevolmente arricchito dopo l’esperienza di un soggiorno romano, grazie al confronto che avrà con altri artisti, tra cui, in particolare, Pompeo Batoni e Raphael Mengs. Agli anni Settanta del Settecento risalgono prestigiosi lavori quali le decorazioni del palazzo del principe Serra di Cassano (1770), gli affreschi della sacrestia di S. Agostino alla Zecca e la decorazione della volta della sacrestia della chiesa di S. Maria di Pozzano, su disegno di Luigi Vanvitelli. L’incontro con l’architetto rappresenta un altro momento fondamentale nella maturazione artistica di Diano ed è l’inizio di una convergenza di interessi per il ruolo che le architetture andavano assumendo nella composizione pittorica. Su proposta del Vanvitelli, impegnato nella monumentale edificazione della Reggia di Caserta, venne incaricato della decorazione della sala della guardia del corpo del palazzo reale. Ricordiamo che il più famoso ritratto di Luigi Vanvitelli, conservato nella Reggia, è opera proprio del Diano.

È abbastanza difficile riassumere in poche righe tutta la complessa carriera di Giacinto Diano che è stato senz’altro una delle maggiori personalità del Settecento napoletano anche per la sua attenzione nel seguire i vari cambiamenti nel gusto dell’arte pittorica del tempo.

Come tutti i grandi artisti anche il Diano aveva una sua bottega e più apprezzato e famoso dei suoi allievi fu Gaetano Gigante, che è stato il capostipite di una famiglia di artisti, il cui esponente più famoso diventerà il figlio, Giacinto, che sarà tra i fondatori della Scuola di Posillipo. Gaetano Gigante, che ammirava tantissimo il Diano, impose al figlio il nome Giacinto proprio in onore del maestro a cui era molto legato.

La vita dell’artista puteolano è anche paradigmatica di come i grandi avvenimenti storici si possano intrecciare con la vita di persone comuni e sconvolgerne l’esistenza. Per Giacinto Diano, infatti, il 1799 si rivela un anno fatale, in quanto uno dei suoi figli partecipò attivamente ai moti che portarono alla proclamazione della Repubblica partenopea e alla cacciata dei Borbone. Per questo motivo, una volta sedata la rivolta, e per il sospetto di essere stato egli stesso simpatizzante della Repubblica, l’artista venne perseguitato dalla polizia borbonica. Trascorse gli ultimi anni di vita in miseria in quanto riusciva a lavorare con sempre maggiore difficoltà e per aver speso i suoi averi per sostenere il figlio in esilio. Morì il 13 agosto 1803 in una povera casa in Via Taverna Penta, nei quartieri spagnoli e fu sepolto nella chiesa dell’Arciconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini, di cui era confratello e dove si conservano ben quattro sue tele.

Particolare sagrestia chiesa S. Raffaele

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